VDGG > Still Life


Charisma, aprile 1976

side one
"Pilgrims" (Hammill, David Jackson) – 7:12
"Still Life" – 7:24
"La Rossa" – 9:52

side two
"My Room (Waiting for Wonderland)" – 8:02
"Childlike Faith in Childhood's End" – 12:24

brani extra del CD:
"Gog" - 10:29
Recorded live at the Theatr Gwynedd, Bangor, Wales on 10 May 1975

brani di Peter Hammill
prodotto da VDGG
registrato fra il 12 ed il 25 gennaio 1976 ai Rockfield Studios (Galles) da:

Peter Hammill – voce, chitarra, pianoforte
David Jackson– sassofoni, faluto
Hugh Banton - organo, basso, mellotron, piano
Guy Evans - batteria e percussioni

Senza neppure avere il tempo di riprendersi dal traumatico tour di fine 1975, il 2 gennaio la band cominciò a provare, su strumenti nuovi o affittati (i loro erano stati rubati a Roma) il materiale per il nuovo disco, Still Life, che fu registrato in una dozzina di giorni dal 12 al 25 gennaio in Galles. Due brani erano già pronti, Pilgrims e La Rossa, altri tre furono aggiunti, Still Life, My Room e Childlike Faith.

Still Life è il disco che contiene probabilmente le più belle canzoni di sempre di Peter Hammill. La band è perfettamente rodata, il nuovo sound messo a punto, e ispirazione ed energia scorrono a fiumi.
Pilgrims, nonostante venga dalle session del disco precedente, è migliore di tutte le sue canzoni. Forse era stato rimandato al successivo per un discorso tematico, o magari si può dubitare del giudizio di questo recensore.
Pilgrims, come tutto Still Life, ha come tema la vita (e di conseguenza la morte). Sorretto da una energica batteria pulsa attorno ad un cantato quanto mai energico e vario, sostenuto da sax e organo:
"sembra che io abbia sognato così a lungo
ora, sveglio, posso vedere che siamo pellegrini
e che come tali dobbiamo compiere questo cammino
soli e senza saperne il motivo, ma non senza valore
mentre la meta ci chiama... tutti noi pellegrini"

Still Life canta di un ipotetico mondo dove, abolita la morte, anche la vita perde significato trasformandosi in natura morta. Brano lento e gotico, ha parole bellissime anche solo dal punto di vista del loro stesso suono, con un PH che supera sé stesso quando canta:
"breathing, eating, defecating, screwing, drinking,
spewing, sleeping, sinking ever down and down
and ultimately passing away time
wich no longer has any meaning"

"il talamo nuziale è pronto
la dote è offerta
le sembianze sdentate ed emaciate dell'Eternità
mi ricevono tra le lenzuola
per unirmi al suo corpo appassito - mia moglie
suo per sempre
suo per sempre
suo per sempre
nella vita eterna / nella natura morta"

Se qualcuno è capace di ascoltare questi passaggi senza provare un brivido alla colonna, significa che le sue orecchie non sono collegate né alla mente né al cuore.

La Rossa è un brano denso di energica follia, un lamento gitano che Peter dedica alla compagna Alice, che qui in un gioco di specchi è chiamata La Rossa come la Regina Rossa del Paese delle Meraviglie, forse perché è la magnifica tiranna del suo cuore.

My Room (Waiting For Wonderland), si riferisce alla stessa Alice, a cui dedicherà l'intero album solista Over. Nel cantare il dolore della separazione la metafora lascia il posto a parole lineari e dirette:
"i miei polmoni scoppiano in un grido
come hai potuto lasciarmi qui a morire
mi congelo nel ghiaccio di questo posto
come hai potuto lasciare che accadesse?
sogni, speranza, promesse, frammenti fuori dal tempo
tutte queste cose sono state dette
eppure tu ancora non capisci come io mi senta
nell'attesa che vengano infrante"

La band è assolutamente perfetta, Jackson un sassofonista immenso, Evans un batterista jazz, il canto insuperabile ed insuperato: "waiting for them to be broken...", mentre a straziarsi è il sassofono.

Childlike Faith In Chilhood's End è il brano lungo (dodici minuti) che chiude tanto disco con un registro sinfonico, di nuovo affrontando il tema della morte come ritorno alla vita:
"...viviamo, moriamo, e poi?
...e anche se la strada è buia
e la distanza dalla cima mi spezza il cuore
perché mai la vedrò, ciò nonostante faccio la mia parte
nella fiducia che ciò che ci aspetta
sia il cosmo a confronto della polvere del passato
nella morte dei semplici umani la vita ha inizio!"

consiglio per l'acquisto: uno dei migliori dischi in assoluto della band e di Peter Hammill.

9 commenti:

fanis ha detto...

Forse "my room" fu scritto per Alice ma non credo che fosse per la separazione definitiva come OVER.Se non sbaglio ci vorra' ancora un po' di tempo per questa.
Makis

fanis ha detto...

E' tutto collegato in questo magnifico disco. Cerchiamo il nostro scopo come pellegrini(Pilgrims)-non e' l'immortalita'(Still Life) che conduce in una natura morta. La risposta potrebbe essere l'amore che brucia(La Rossa) e conduce in una immortalita' di un altro tipo anche se qualche volta siamo delusi (My room) da questa. Finalmente forse troveremo il nostro scopo da soli, senza Dei,superando la nostra natura in una specie di riunione di tutti gli esseri umani in un essere molto piu' forte dalla somma delle parti
Makis

Simone Cavatorta ha detto...

Che albun straordinario, questo! Anche per me ci sono le canzoni migliori di Hammill (o, almeno, alcune delle migliori).
Le tematiche mi sembrano fortemente connesse a quelle di Godbluff, ad esempio la commovente visione di Pilgrims, in cui il risveglio dal sonno della coscienza (vedi Sleepwalkers) mostra un'umanità in marcia verso una meta sconosciuta, un'umanità di pellegrini soli - ma non per questo privi di valore - "con le mani di tutti unite nella speranza".
Oppure Still Life, che mi pare si ricolleghi a quanto detto da Hammill nell'intervista del '76 sul rischio di vivere come vegetali, o come oggetti. Sono molte le interpretazioni che si possono dare di questo brano (a proposito, il riferimento letterario è il racconto L'Immortale di Borges): a me fa pensare al rischio di adagiarsi nell'accettazione passiva della routine quotidiana e della vita borghese, simboleggiata da un matrimonio vissuto come rifugio dai rischi della vita, perdendo la spinta vitale e l'idealismo della giovinezza. Ma ci vedo anche una riflessione filosofica sul concetto di eternità, che risulta antitetico alla vita stessa... e quindi dopo cosa c'è, se l'idea della vita eterna e del paradiso è solo un'illusione?
Ed Hammill prova a dare una risposta in Childlike Faith, che inizia con una frase che sembra priva di speranza: "L'esistenza è un palcoscenico su cui passiamo, un trucco sonnambulo per la mente ed il cuore", ma poi arriva ad ipotizzare che, nonostante l'individuo preso singolarmente non sia che un insignificante granello di sabbia, l'umanità intera, attraverso secoli di progresso, arriverà ad acquisire una natura superumana, quasi divina, e così "anche se la distanza della vetta mi spezza il cuore, perchè io non la vedrò mai, continuo a fare la mia parte, credendo che quello che ci aspetta è il cosmo, se lo paragoniamo alla polvere del passato. Nella morte dei semplici Umani, la Vita inizierà!".

Simone Cavatorta ha detto...

Mi è venuta in mente una cosa: ho letto che il titolo Childlike Faith in Childhood's End è (probabilmente) ispirato ad un racconto di Arthur Clarke, intitolato proprio Childhood's End. Ora, Clarke è anche l'autore del romanzo 2001 Odissea Nello Spazio, e nel capolavoro di Stanley Kubrick c'è l'ultima scena, quella in cui si vede il feto astrale nello spazio, al termine del viaggio oltre i confini dell'universo, che mi fa pensare all'entità cosmica superumana di cui parla Hammill, somma e fine ultimo di tutta l'umanità.
Oh, probabilmente sono solo menate che mi faccio io, ma in fondo non importa... che autore straordinario è questo Hammill, che ti spinge a porti domande, fare associazioni, ti suscita immagini e riflessioni, che poi magari sono in parte anche dovute al tuo vissuto personale... che invece di propinarti certezze ti fa un affresco sulla complessità e il dubbio...

fanis ha detto...

Hai proprio ragione per le domande che si fanno ascoltando queste perle. Per "Childlike.." non solo il titolo e' inspirato da Clarke ma tutta la idea.Un gran bel libro di fantascienza, te lo raccomando
Makis

Simone Cavatorta ha detto...

Ciao Makis. Grazie, credo che seguirò il tuo consiglio su Chidlike...ho visto che il titolo italiano è Le Guide del Tramonto... vedo se lo trovo.

Blue Bottazzi ha detto...

PH racconta che Over fu registrato quando il lutto della separazione era elaborato e la ripresa stava avvenendo. Il disco fu registrato nel 1976, credo proprio che My Room non possa parlare che di quello. La Rossa invece credo risalga agli ultimi tempi della relazione.

fanis ha detto...

E' vero, e disse che fu passato un periodo di 6 mesi. Guardando le data per la registrazione di Still Life e di Over che tu hai scritto si arriva appunto alla conclusione che My Room dovrebbe essere scrito proprio nei giorni che erano nello studio, cosa abbastanza probabile ma non sicura
Makis

Simone Cavatorta ha detto...

Ho letto Childhood's End (Le Guide del Tramonto) di A. Clarke: mi è piaciuto molto, anche se non sono un amante della fantascienza. Ma come nel caso di 2001 (di cui ho visto l'adattamento cinematografico) il plot fantascientifico è quasi un pretesto per una riflessione ad ampio raggio sulla condizione umana... come del resto nei testi di Hammill.